La Tata Francesca

La versione originale de La Tata, le ragioni di un adattamento tanto pesante e tutte le differenze con la versione italiana

L’adattamento italiano della serie La Tata è stato uno di quegli eventi epocali che hanno cambiato per sempre la storia di un telefilm.

Normalmente, per ‘adattamento’ si intendono le traduzioni di espressioni idiomatiche dalla lingua originale che altrimenti nella lingua di destinazione andrebbero perse; a volte si possono italianizzare i nomi dei personaggi o dei luoghi che compaiono.

Ma quando parliamo de La Tata, l’adattamento italiano ha letteralmente stravolto non solo i nomi ma la caratterizzazione e la storia dei personaggi della versione originale americana. Vediamo come.

Da Fran Fine a Francesca Cacace

Partiamo dalla nostra eroina, Francesca Cacace. La conosciamo come un’eterna 29enne, tipica ragazza ciociara di Frosinone, che si è trasferita a New York a 18 anni ed è stata ospitata dagli zii, Assunta e Antonio. Ecco, se raccontaste questa storia a un americano per spiegargli l’antefatto de La Tata, probabilmente non vi capirebbe perché per lui parlereste di una serie tv totalmente diversa.

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Nella versione originale, Francesca Cacace si chiama Fran Fine. Ha sempre 29 anni, ma è ebrea e a New York ci è nata e cresciuta. Difatti, quella che per noi è zia Assunta, nella versione americana del telefilm è invece la mamma di Francesca, e si chiama Sylvia. Zio Antonio invece nella versione originale è il padre di Fran e si chiama Morty.

Yetta e tutti gli altri nomi della versione originale

Ma non finisce qui. Noi in Italia sappiamo che Yetta, accanita fumatrice polacca, è la cognata di zia Assunta, moglie del fratello. Nella versione originale invece, Yetta è la nonna di Francesca, cioè la mamma di Sylvia (zia Assunta), anche lei completamente ebrea e per nulla polacca. (Se vi state chiedendo perché da nonna e mamma, Yetta e Assunta siano diventate zie, continuate a leggere – la questione si fa interessante e la risposta è più avanti)

Il nome ebreo Yetta è stato conservato anche nella versione italiana, ma è uno dei rari casi. Quasi tutti i nomi dei parenti ebrei di Fran vengono cambiati per diventare nomi italiani.

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Anche per gli uomini che Francesca conosce e frequenta succede una cosa simile, e non solo: la sorella di Fran, Nadine, che appare in un solo episodio della serie (Quando il maggiordomo canta nella seconda stagione), in italiano diventa Nadia, la cugina di Francesca. Mario, il ragazzo ciociaro modello di fondoschiena che Maggie incontra nella sesta serie e finisce per sposare, in realtà non si chiama Mario e non è nemmeno italiano: nella versione originale si chiama Michael ed è ebreo – ecco perché vediamo Francesca così contenta che Maggie lo sposi.

La tradizione ebrea in America nella versione originale americana

Tutta la componente ebrea dello show originale è stata rimossa e modificata in favore della tradizione italiana e ciociara, più vicina al pubblico anche culturalmente.

Questa massiccia alterazione della storia ha però provocato errori di incoerenza nella versione italiana: pensiamo all’episodio Maggie non va in convento in cui Francesca e Maggie vanno nel kibbutz per esempio, o all’episodio Intrappolate in cantina in cui nella versione originale si festeggia il compleanno della mamma di Francesca e invece in quella italiana gli adattatori hanno dovuto ricorrere all’assurda giustificazione di zia Assunta che fa le veci della madre che è a Frosinone.

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La tradizione ebrea americana è una delle più famose ma anche delle più intransigenti al mondo, e i dialoghi originali riflettono l’ironia con cui la si presenta. Sylvia, per esempio, ha il chiodo fisso di volere che la figlia di sposi il prima possibile ma allo stesso tempo non vuole che Fran sposi nessuno che non sia ebreo (nella versione italiana zia Assunta vuole che lei sposi un italiano, che regge fino a un certo punto).

Tutte le parole ebree sono state tradotte da parole in dialetto e persino le canzoni sono state sostituite da canzoncine italiane o in uno dei dialetti dell’Italia centrale o meridionale, con effetto comico.

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Ma tutto ciò comporta a volte delle traduzioni molto incerte, sopratutto quando a video si vedono riti ebraici come la circoncisione o i Bar Mitzvah, o le tradizioni dei matrimoni ebraici come la rottura del bicchiere o ancora il ballo sulle sedie.

Per non parlare poi delle scene in cui compare la menorah, il tradizionale candeliere ebreo che si vede in tutte le puntate natalizie: gli ebrei infatti non festeggiano il Natale ma Hannukah, e gli adattatori hanno dovuto fare salti mortali per rimediare alle incoerenze tra video e doppiaggio.

E come dimenticare l’episodio L’unto del Signore si può smacchiare in cui Francesca e zia Assunta sono al tempio ebraico e la nostra eroina crede di essersi inimicata quello che nella versione italiana è stato tradotto come il Dio degli ebrei?

La cultura pop e televisiva

Poi ci sono tutti quei riferimenti alla cultura e alla televisione americana di quegli anni. La sitcom è piena di partecipazioni di guest star, alcune sono personaggi famosi in tutto il mondo (Whoopi Goldberg, Elizabeth Taylor, Donald Trump per citarne alcuni), alcuni però sono conosciuti solo in America, e i rimandi a questi personaggi sarebbero inevitabilmente andati persi nel passaggio al pubblico italiano perché in pochi in Italia conoscono o conoscevano queste persone.

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Questo è il punto in cui l’adattamento italiano fa un lavoro favoloso perché riesce a conservare in maniera esemplare la cultura popolano-americana di Fran, ma riesce ad avvicinare la sitcom al pubblico italiano trasformando questi rimandi in riferimenti alla Rai, ai personaggi della televisione italiana o a proverbi e modi di dire dialettali che Francesca Cacace regolarmente ci regala.

Le ragioni di un adattamento tanto pesante dalla versione originale

L’adattamento italiano della versione originale de La Tata può essere considerato un grande successo, visto la calorosa ricezione del telefilm quando fu lanciato negli anni 90 e che continua ancora oggi. Ma quali sono le ragioni che hanno spinto gli adattatori a calcare la mano così tanto per questa serie?

Innanzitutto le ragioni sono commerciali. La serie doveva fare soldi e per fare soldi doveva diventare un successo globale. E per diventare un successo globale, doveva diventare popolare in ogni paese in cui era esportata.

E come si fa a far diventare popolare una serie importata da un altro paese? La si localizza, ovvero sia la si adatta per il pubblico del paese di destinazione e la si avvicina alla cultura degli spettatori.

La fortuna degli adattatori con La Tata

Con questo telefilm, gli adattatori sono stati fortunati perché molti degli stereotipi e dei tratti comuni che si applicano agli ebrei o comunque al personaggio di Fran Fine nella versione originale coincidono con altri stereotipi della cultura italiana.

Prendiamo zia Assunta per esempio. Sylvia è la tipica madre ebrea che si preoccupa per la figlia, ha mille progetti in serbo per lei e non riesce a farsi i fatti propri. In questo caso, i tratti caratteristici della madre ebrea sono esattamente gli stessi dello stereotipo della madre italiana, in particolar modo nella parte centrale e meridionale del paese.

Francesca e zia Assunta poi hanno in comune l’uso della sensualità, l’ossessione per il cibo e per i vestiti eccentrici – questi sono tutti tratti caricaturali che non sono propri degli stereotipi ebrei (sono infatti un tratto che distingue Fran e Sylvia dalla tradizione ebraica), ma che possono tranquillamente passare per tratti italiani.

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Questi tratti ebrei portati all’estremo formano uno dei grandi elementi di comicità della versione originale: la differenza tra il mondo di Fran, eccentrico e rumoroso, e il mondo di Maxwell, freddo e britannico. Nella traduzione italiana, tutti questi tratti ebrei vengono trasformati e adattati in stereotipi del meridione italiano, mantenendo lo stesso effetto dirompente tra il mondo italiano di Francesca e quello britannico di Maxwell.

Inoltre, l’adattamento italiano ha a disposizione un ulteriore strumento per sottolineare il divario tra i due mondi: l’uso del lei. Francesca e Maxwell non solo non si chiamano mai per nome fino alla quinta stagione, ma si danno anche del lei. Questo è un arricchimento rispetto alla versione americana, in cui i due personaggi principali possono solo usare la forma ibrida you.

Ma perché zia Assunta da madre diventa zia di Francesca?

Questo è uno dei punti più controversi e aperti alla discussione. Susanna Sacconi che ha scritto una tesi di laurea magistrale sull’adattamento de La Tata, sostiene che nella versione originale Sylvia fa molti riferimenti alla sua vita sessuale che, in una famiglia italiana tradizionale, non sarebbero appropriati ad una relazione madre-figlia.

In conclusione

Come dice la Sacconi nella sua conclusione: “Nonostante tutti questi cambiamenti e la presenza di alcuni problemi irrisolvibili dovuti alla presenza di elementi ebrei sullo schermo, La Tata rimane una delle serie più divertenti mai trasmesse in Italia, anche ora”.

A questo punto viene da chiedersi – se non ci fosse stato l’adattamento, se tutti i riferimenti al mondo ebreo della versione originale fossero stati mantenuti, il telefilm avrebbe avuto lo stesso successo?

“Probabilmente il pubblico avrebbe compreso lo stesso i rimandi originali, ma l’idea di rendere Francesca più italiana ha reso La Tata decisamente più speciale per il pubblico italiano”. E per tutti noi fans.

Dove guardare la versione originale

La versione originale de La Tata è da poco sbarcata su Amazon Prime Video, il gigante americano delle spedizioni che ha anche un servizio streaming di tantissimi film e serie TV.

Se vi incuriosisce l’idea di guardare la versione americana del telefilm o anche solo di sentire la vera voce della tata (merita anche solo quello!), potete farlo senza spendere nulla perché il primo mese di prova su Amazon Prime Video è gratis.


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