Prima di diventare famosa nel ruolo di tata nell’omonima sitcom, Fran Drescher aveva subito un’esperienza orribile che l’avrebbe cambiata per sempre – e che avrebbe cambiato anche il modo di riprendere le scene in tutte le serie TV girate live.
Nel 1985, Fran Drescher e l’ex marito Peter Marc Jacobsen furono aggrediti nella loro casa da due ladri armati di pistola. Come racconta l’attrice stessa, i due aggressori legarono l’ex marito e violentarono la Drescher e un’amica di lei che era ospite della coppia per cena.
La Drescher sviluppò un serio disordine da stress post traumatico, di cui però non si occupò per anni, preferendo all’inizio cercare di dimenticare l’episodio e in qualche modo superarlo da sola.
Passarono gli anni, arrivò il successo de La Tata e, con la fama, arrivò anche il primo serio caso di stalker. Questo uomo tempestava di lettere e telefonate sia l’attrice newyorchese sia la famiglia e gli amici di lei; fu anche avvistato vicino alla sua casa e persino negli studi della CBS dove la sitcom veniva registrata.
Ovviamente tutta questa attenzione fece tornare a galla tutte le ansie dovute alla precedente esperienza traumatica e la Drescher iniziò a temere per la propria vita. L’attrice che recita nei panni di Francesca Cacace prese allora un numero altissimo di precauzioni, a partire dall’assumere delle guardie del corpo allo screening di tutti gli impiegati dello show.
Al tempo, la natura della serie La Tata imponeva che lo show fosse filmato in parte live in presenza del pubblico partecipante. Piuttosto che spostare le riprese in un altro studio e inserire delle risate artificiali, la rete televisiva e Fran Drescher ebbero un’altra idea: assumere degli attori per fare la parte del pubblico.
“Invece di fare entrare il pubblico, decisero di scritturare degli attori che conoscevano” spiega Lisette St Clair di Central Casting, l’agenzia di casting più famosa di Hollywood che fu incaricata di scegliere dai 30 ai 40 attori per quel ruolo decisamente inusuale.
La St Clair mirò ad assumere metà uomini e metà donne, e l’unico requisito era quello di avere una risata contagiosa. Finí con l’assumere principalmente persone tra i 40 e i 50 anni: “Forse si ha bisogno di avere una maggiore esperienza di vita, di aver passato gioie e tribolazioni, per trovare vera gioia in una risata”, ha commentato la St Clair stessa.
Sebbene il ruolo di ‘pubblico che ride’ fosse iniziato per necessità, altre serie TV la trovarono una soluzione molto efficace per aumentare l’interazione percepita con il pubblico, e iniziarono a fare casting specifici per lo stesso ruolo. Ora questa pratica a Hollywood è praticamente diventata la prassi.
Anche se la paga è minima, i vantaggi non potrebbero essere migliori – uno dei “ridaroli di professione” l’ha spiegato così: “Cosa c’è di più divertente dell’essere pagati per sedersi tutto il giorno su una comoda sedia a seguire un programma che ti fa ridere?” Beh, in effetti…
Tradotto e liberamente adattato da News.com.au
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